Come alzare le HDL

La ricetta del benessere
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Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo, con un’incidenza crescente.

Gli effetti della dieta sulla salute cardiovascolare sono complessi. Alcuni componenti e metaboliti di ciò che si assume con gli alimenti influenzano direttamente la composizione e la struttura delle lipoproteine ad alta densità (HDL) e aumentano le loro proprietà antinfiammatorie e vasoprotettive.

L’identificazione di potenziali componenti dietetici che migliorano la funzionalità HDL è attualmente un importante obiettivo di ricerca. Una delle diete più studiate per la salute cardiovascolare è la dieta mediterranea, composta da pesce, olio d’oliva, frutta, verdura, cereali integrali, legumi/noci e consumo moderato di alcol, più comunemente vino rosso.

La dieta mediterranea, specialmente se con olio extra vergine di oliva ricco di composti fenolici, ha dimostrato di migliorare notevolmente la funzionalità delle HDL e ridurre il carico, o addirittura prevenire lo sviluppo di malattie cardiovascolari.

In particolare, i composti fenolici dell’olio extra vergine di oliva sembrano esercitare importanti effetti positivi sulla funzione delle HDL. Anche gli antociani e gli antiossidanti come il licopene o l’acido eicosapentaenoico migliorano i parametri funzionali delle HDL. Inoltre, il consumo moderato di alcol ha un effetto positivo sulla capacità di efflusso del colesterolo HDL e sembra aumentare l’attività della paraoxonasi-1, enzima con attività antiossidante.

Ridurre l’apporto calorico, senza malnutrizione, è la strategia di intervento sullo stile di vita per perdere peso o per migliorare la salute generale.

Gli effetti della restrizione calorica sulla composizione e sulla funzione delle HDL sono stati indagati in alcuni piccoli studi. In uno studio su 27 pazienti diabetici e obesi, 16 settimane di dieta fortemente ipocalorica (450 kcal/giorno) hanno determinato un aumento dei livelli plasmatici di apoA-I e una marcata diminuzione della concentrazione plasmatica di CETP, ma non hanno alterato la capacità di efflusso di colesterolo da parte delle HDL. Di particolare interesse, un altro studio ha osservato che la restrizione calorica (1.200 kcal/giorno) per 3 mesi, combinata con l’attività fisica in pazienti obesi con sindrome metabolica, ha portato a una sorprendente diminuzione della concentrazione proteica PON1, ma ha aumentato l’attività dell’enzima dopo la perdita di peso. Tuttavia, in donne giapponesi sane, un intervento di 2 mesi di dieta ipocalorica (1.200 kcal/giorno) è stato associato a una diminuzione dell’attività PON1.

In una prova di un regime di digiuno a giorni alterni, con un apporto energetico del 25% nei giorni di digiuno, l’intervento ha ridotto il peso corporeo, diminuito i livelli di trigliceridi e aumentato la dimensione delle particelle di LDL, ma non ha alterato i livelli di colesterolo LDL e HDL. Il digiuno intermittente sembra non avere alcun effetto diretto sui livelli di HDL-C, ma restano da indagare le possibili influenze di questa dieta sulla funzionalità delle HDL.

In sintesi

Ciò che ora è chiaro è che gli effetti protettivi delle HDL non sono dovuti al contenuto di colesterolo delle particelle, ma dipendono dalla qualità (composizione e funzionalità) delle particelle HDL.

Queste proprietà includono la capacità di efflusso di colesterolo mediata dall’HDL, dalle funzioni antiossidanti e antinfiammatorie, ma anche dalle loro attività immunomodulanti e vasoprotettive.

Bigliografia :
Fonti :

mar 21 dicembre 2021
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